Chi siamo

Paoli Hotel si trova in una zona tranquilla a pochi km di distanza dai laghi di Levico Terme e Caldonazzo.

Dispone di 52 posti letto, servizio telefonico, TV via satellite, palestra privata, sala riunioni, ascensore, ampio giardino e parcheggio, noleggio mountain bike, pattinaggio sul ghiaccio invernale e maneggio “La Fazenda”. Un moderno complesso alberghiero che offre 28 camere, di diversa tipologia ma tutte dotate di ogni comfort per soddisfare qualsiasi esigenza, con annesso il rinomato ristorante “Alla Vedova” aperto anche agli ospiti esterni, che propone i piatti tipici della tradizione trentina, i migliori piatti della cucina italiana e anche una ricca scelta di gustose pizze cotte al forno a legna.

Grazie alla nostra ampia sala – capace di ospitare fino a 400 persone – ci proponiamo come il contesto ideale per pranzi, cene e buffet nuziali, nonchè grandi eventi in genere. La sala riunioni, la palestra privata, il giardino esterno, la recente area bimbi, il noleggio di mountain bike e il maneggio “Centro Ippico Lochere” rappresentano ulteriori fiori all’occhiello di questa attività che sprizza dinamismo e modernità da tutti i pori.

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«Qui il cliente è di casa da ben cent’anni»

Chi oggi si ferma ad osservare la nostra struttura, difficilmente pensa che dietro a questa insegna vi sia una storia secolare. Ma basta varcare la soglia per comprendere come questo luogo presenti solidissime radici, poichè balzano subito all’occhio la professionalità e la nostra cortesia nell’accoglienza e far sentire a casa propria i nostri gentili ospiti, qualità che di certo non si possono improvvisare e che, invece, necessariamente si acquisiscono e si affinano solo nel corso degli anni. – E di anni pur senza dimostrarli – ne abbiamo tanti all’Hotel Paoli.

Un pò di storia

Correva proprio il mese di febbraio del 1919, più di un secolo fa, quando alle Lochere di Caldonazzo un intraprendente signore, che rispondeva al nome di Francesco Paoli, decise di aprire una piccola osteria – composta da due camere e una cucina – per offrire un punto di ritrovo soprattutto alla popolazione locale, visto che a quell’epoca non esistevano i mezzi di trasporto odierni e gli avventori arrivavano rigorosamente a piedi o con i carri da lavoro delle campagne circostanti.La prima guerra mondiale, che sarebbe passata alla storia come la Grande Guerra, era appena terminata e i valsuganotti non vedevano l’ora di ricostruire i lori paesi e di ricominciare a vivere dopo che i duri combattimenti tra italiani e austriaci, svoltisi negli anni precedenti proprio in Valsugana, avevano lasciato alle comunità locali gravi danni non solo negli edifici, ma anche – e forse soprattutto! – nello spirito. In questo fervore di rinascita Francesco Paoli – che nel frattempo si era sposato con Maria, dalla quale aveva avuto un figlio e una figlia – purtroppo fece appena in tempo ad assaporare i primi frutti del suo duro lavoro, perché nel 1926 morì improvvisamente a causa di una meningite fulminante.

La giovane moglie Maria, dovendo provvedere al sostenimento dei due figli, si mise a lavorare di buona lena nell’osteria che in paese fu subito da tutti soprannominata “Alla Vedova”, un’insegna rivelatasi inossidabile, tant’è vero che dal 1926 è giunta fino ai giorni nostri, visto che il ristornate tuttora porta il nome di “Antica Trattoria Alla Vedova”.
Poco più di dieci anni dopo la scomparsa di Francesco Paoli, all’orizzonte si profilò un altro conflitto mondiale, con il suo pesante fardello di conseguenze socio-economiche. Ma l’osteria “Alla Vedova” superò indenne quegli anni drammatici, anche perché la maggior parte dei clienti che frequentavano il locale erano proprio i militari che si trovavano stanziati in zona.

Terminata la guerra, nel periodo della ricostruzione l’attività trovò nuova linfa. Nel 1953, infatti la famiglia Paoli aprì anche un negozio di alimentari e mercerie.
Al suo interno si vendeva praticamente di tutto, poiché l’esercizio disponeva di addirittura 23 licenze merceologiche, che andavano dai trattori alle tegole, trasformando questo luogo in una sorta di grande emporio dove la popolazione locale continuò ad approvvigionarsi fino al 1989, quando l’avvento dei grandi supermercati rese l’attività non più remunerativa.

Nel frattempo, però, ad essere cresciuto era tutto il resto della struttura. Infatti, dopo l’apertura del primo bar nel 1960, nel 1973 erano state realizzare 14 stanze per l’albergo, mentre nel 1974 vi era stato un primo ampliamento delle sale da pranzo, cui ne sarebbe seguito un altro ancora più importante nel 1997 sia per quanto riguarda gli spazi del ristorante (che dal 1986 era diventato anche pizzeria), sia per l’albergo, con il doppio delle stanze e la nascita dell’Hotel Paoli (3 stelle) come oggi lo possiamo ammirare sotto la guida, proprio dal giugno 2018, di Matteo e Elisa Paoli che, nel pieno solco della tradizione familiare, hanno voluto subito offrire ai proprio clienti un qualcosa di nuovo, ovvero una coloratissima baby area, dotata di casette, scivoli, dondoli, materassi che ha riscosso uno strepitoso successo non solo fra i più piccoli, ma anche da parte dei genitori che così ora possono conciliare perfettamente la voglia di mangiare fuori con l’esigenza di sfogarsi dei figli che in altre strutture ricettive potrebbe risultare problematica.

Se da una parte nel corso dei decenni la famiglia Paoli ha messo in atto una serie di migliori alla struttura, quello che è rimasto invariato in questo secolo di storia è l’approccio al cliente che qui viene considerato “uno di casa”, il che spiega la grande affezione da parte della clientela, con dei veri e propri record come quello di un signore borghese che da ben 45 anni soggiorna presso la struttura con l’intera famiglia.


Ma “Alla Vedova”, oltre alla cordialità, è sempre stata di casa anche la musica. Già all’inizio, infatti, la cucina dell’osteria veniva occasionalmente trasformata in “balera”, con la presenza di due musicisti che suonavano le loro fisarmoniche dal vivo. Ben altra sarebbe stata la dimensione dei live tra il 1968 e il 1977, quando a richiamare tanti clienti, anche da fuori, erano sopratutto le serate danzanti proposte tutti i sabati e le domeniche con la presenza di importanti orchestre del liscio romagnolo. E anche quando, con l’apertura delle prime discoteche, questo appuntamento settimanale fisso venne meno, la passione della famiglia Paoli per la musica dal vivo non si fermò, ospitando gruppi famosi come Le Orme, i New Trolls e per ben tre volte – i mitici “Nomadi”.

Quando nell’autunno del 1992 il cantante dei Nomadi, Augusto Daolio, morì per un tumore, il gruppo mise in discussione la stessa esistenza. Nella primavera seguente trovò la forza per riaprire e volle farlo proprio con un concerto nella struttura della famiglia Paoli.
«Quella data e quel luogo sono scolpiti nella mia anima prima ancora che nella mia mente: 13
marzo 1993, Lochere di Caldonazzo, la storia continua.» Scrisse proprio così Beppe Carletti, storico componete della band, nel suo libro dal titolo “Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti”.

E la storia continuò anche per la struttura “Alla Vedova” dove in tempi più recenti si sono esibiti altri gruppi di caratura nazionale e internazionale, come Africa Unite, Persiana Jones, Generale, Sud Sound System, Train to roots, Rebel Rootz, Mooseek, Anansi, George Mc Anthony, Modena City Ramblers e tanti altri ancora.
Tanta musica in tutti questi anni “Alla Vedova”, ma anche tanto sport. Oltre ai tornei di calcio, ai raduni di mezzi pesanti, moto e auto d’epoca, questo luogo è legato al pattinaggio su ghiaccio – la prima pista fu aperta nel 1971 – e ai cavalli, con l’apertura nel 1983 di un centro ippico dove, oltre alle lezioni di equitazione, si svolgono gare di salti ostacoli anche a livello nazionale o gare con cavalli dei ranch della zona.

L’Hotel Paoli è stato anche il set per una puntata con i cavalli di Bim Bum Bam mandata in onda nel 1992 su Canale 5, nonché, recentemente, per le riprese del film Exitus uscito proprio in questi giorni nelle sale cinematografiche di tutta Italia.

Insomma, l’Hotel Paoli vanta una storia secolare che ben potrebbe assomigliare ad un film, ma la realtà – come si sa – non è mai tutta rosea, anche la medaglia più bella presenta sempre un suo rovescio, come ad esempio accade nell’estate del 2017 quando un furioso incendio distrusse completamente il maneggio.


Tuttavia anche nelle avversità la famiglia Paoli ha sempre dimostrato di sapersi rimboccare le maniche e lavorare sodo – l’Hotel Paoli, infatti, chiude un solo giorno all’anno – perché cent’anni di storia non si costruiscono per puro caso, ma sono il frutto di una grande dedizione quotidiana che solo con un’innata passione per il proprio lavoro si può portare avanti nei decenni.

Ed è proprio per questa ragione che ci è facile prevedere come questa dinastia familiare riuscirà a far parlare di sè nel mondo della ricettività e della buona ristorazione ancora per tanto tempo.